“Fuocoammare” e il suo giovane protagonista, Samuele Pucillo

Gianfranco Rosi, nel suo film Fuocoammare, racconta Lampedusa attraverso la storia di Samuele.
Samuele Pucillo è uno studente della nostra scuola, frequenta la terza media e il prossimo anno frequenterà l’istituto professionale per l’enogastronomia e ospitalità alberghiera, indirizzo accoglienza turistica. Samuele ha un “fratello d’arte”, Filippo, già protagonista di diversi film di Emanuele Crialese tra i quali “Terraferma” che già nel 2011, con le storie dei migranti, fu tra i candidati italiani agli Oscar. Questo nostro studente con la sua stravagante semplicità ha catturato l’attenzione del regista.

Nel film, è un ragazzino di dodici anni che va a scuola, ama tirare sassi con la sua fionda, sparare con un finto mitra contro il cielo e cacciare uccelli. Il padre e il nonno di Samuele sono uomini di mare, pescatori, e anche lui si prepara ad affrontare il mare, anche se sa che quello non sarà il suo destino… sulla barca del padre, infatti Samuele vomita. Il padre gli consiglia di frequentare più spesso la passerella dove sono attraccate le barche per “farsi lo stomaco” e abituarsi alle onde ma egli, pur abitando su un’isola, preferisce giocare sulla terraferma anche se tutto, attorno a lui, parla di mare e di quelle migliaia di migranti che, negli ultimi vent’anni, hanno cercato di attraversarlo alla ricerca di una vita migliore trovandovi spesso la morte.

Samuele è un ragazzino con l’apparente sicurezza, con le paure e il bisogno di sapere tipici di ogni preadolescente. Con lui e con la sua famiglia il regista è entrato nella semplice quotidianità delle vite di chi abita nella nostra isola, un luogo che è, ormai per definizione, costantemente in emergenza. L’ occhio pigro di Samuele e il suo amore per le armi simboleggiano lo sguardo di un’Europa incapace di prendere una vera e concreta decisione per evitare i continui naufragi nel Mediterraneo .